Parco archeologico di Ercolano
Visita alla antica città romana distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C
La città romana di Ercolano, distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fu riscoperta nel 1710 e riportata alla luce grazie svariati scavi archeologici.
Gli scavi hanno riportato alla luce solo una parte della città perchè la maggior parte dell’antica Herculaneum rimane ancora sepolta sotto terra, custodendo l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi.
Ercolano (a 12 km da Napoli) era costruita su un pianoro vulcanico limitato da due torrenti, a strapiombo sul mare ai piedi del Vesuvio e il centro abitato era protetto da una cinta muraria.
La superficie complessiva della città era di circa 20 ettari, ma ora sono visibili a cielo aperto solo 4,5 ettari. L’impianto urbano era articolato su almeno tre Decumani (*), di cui solo due scavati a cielo aperto: il Decumano inferiore e quello massimo, in parte pedonalizzato con un arco quadrifronte ad Ovest e l’accesso al tempio della Magna Mater ad Est. I tre Decumani si intersecavano perpendicolarmente con cinque Cardi (*) di cui solo tre a cielo aperto.
La parte visitabile di Ercolano è costituita da abitazioni private di età imperiale: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari, grandi residenze, le terme e la palestra.
I visitatori possono ripercorrere il Decumano Massimo che era la strada principale dell’antica Ercolano e collegava la parte orientale della città con quella occidentale dove si trova il Foro cittadino.
Nell’antichità la strada era “pedonale” e interdetta al traffico dei carri così i proprietari delle botteghe potevano occuparla con il mercato. Il Decumano Massimo ospitava diverse botteghe e alcune delle più interessanti dimore romane come la Casa del Doppio Portale, oggi finalmente accessibile in tutto il suo splendore con il suo eccezionale ingresso, il portico a colonne e gli elementi lignei ancora intatti. Molto interessante è il ritrovamento di diverse fontane pubbliche agli incroci delle strade e di un complesso sistema di tubi di piombo collegati all’acquedotto pubblico che portavano l’acqua corrente nelle abitazioni.
Le scoperte del 1982 Sull’antico litorale nel 1982 furono scoperti diversi ricoveri per barche e magazzini e la chiglia di una barca rovesciata. L’imbarcazione, lunga 9 metri era equipaggiata con tre coppie di rematori e guidata da un timoniere, forse una nave da soccorso. Sull’antica spiaggia vennero alla luce anche i corpi di più di trecento fuggiaschi che nella notte dell’eruzione avevano abbandonato le loro case scappando verso il mare sperando nell’arrivo di soccorsi. Il padiglione della barca di Ercolano è visitabile.
Durante gli scavi sono stati recuperati numerosi oggetti con cui è possibile ricostruire il rapporto degli antichi ercolanesi con le divinità venerate a quel tempo come Ercole, Giove, Minerva, Giunone, ma sono stati trovati anche oggetti che permettono di capire l’antica società ercolana: maschere teatrali, dischi di marmo decorati con figure mitologiche che attestano le antiche rassegne teatrali, i giochi pubblici (ludi), e le epigrafi che erano utilizzate per l’organizzazione di processioni.
Il Parco archeologico di Ercolano è dal 1997 un sito patrimonio dell’Umanità UNESCO.
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ALTRE DUE VISITE DA NON PERDERE!
Tutto l’anno è aperto anche il grande Parco archeologico di Pompei, la città più importante distrutta dalla eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Se arrivi a Ercolano nei mesi caldi, da non perdere la visita al grande Parco Sommerdo di Baia: una intera città romana visibile a pochi metri sott’acqua nel mare di Pozzuoli. A 25 km da Napoli e a 36 km da Ercolano.
Foto dalla pagina Facebook del parco archeologico di Ercolano
(*) Decumano e Cardo – Le città romane avevano uno schema urbanistico ortogonale.
Il decumano era la via che correva in direzione est-ovest nelle città romane.
Il Cardo o Cardine era la via in direzione nord-sud
Dove si incontravano queste due strade principali sorgeva il Foro